La Guida Michelin Italia 2021 celebra con le sue ambitissime stelle creatività e competenze degli chef
La 66a edizione della Guida Michelin Italia ha annunciato ufficialmente le sue novità: confermati tutti gli 11 3 stelle che “valgono il viaggio”.
Un totale di 371 ristoranti stellati in Italia con molte novità.
La App Michelin ristoranti con i contenuti della Guida Michelin 2021 sarà disponibile gratuitamente per iOS e Android.
Invece l’edizione cartacea della Guida è già disponibile in tutte le librerie.
Una nuova stella brilla nel firmamento di Enrico Bartolini
La Guida Michelin 2021 assegna la Stella a Il Poggio Rosso, il ristorante guidato da Juan Quintero nel cuore del Chianti
Enrico Bartolini così si conferma il cuoco più stellato d’Italia.
Conquista così – primo italiano – anche la quarta posizione nella classifica mondiale dopo Alain Ducasse, Pierre Gagnaire e Martín Berasategui.
Il Poggio Rosso é il ristorante gourmet di Borgo San Felice (il Relais & Chateaux a cinque stelle del gruppo Allianz).
Juan Quintero
Ed è condotto con sapiente maestria dal giovane chef Juan Quintero.
Così sale a nove il totale di macarons per Enrico Bartolini.
La nuova Stella dunque si somma alle altre otto che vengono così confermate anche a Bergamo Alta e a Castiglione della Pescaia.
Dunque Juan Quintero, scelto nel marzo 2019 da Bartolini, approda a Borgo San Felice dopo significative esperienze in ristoranti di prestigio sia in Italia sia all’estero.
Quale la sua cucina? È basata sulla tradizione toscana “riletta” in modo cosmopolita.
I suoi piatti iconici sono il “Panforte Quintero”, rivisitazione in chiave salata del tradizionale panforte senese, e il “Riso del Chianti: Cinghiale, Olive e Cipressi” dal particolare profumo ricavato dalle pigne dei cipressi di Borgo San Felice.
Confermate le due stelle per il Piccolo Principe
Anche per il 2021 la Guida Michelin assegna 2 stelle allo Chef Giuseppe Mancino, del Ristorante “Il Piccolo Principe”.
E’ questo il ristorante del Grand Hotel Principe di Piemonte di Viareggio.
Da 7 anni premiato con due stelle Michelin, il ristorante è punto di riferimento per viaggiatori, appassionati di cucina e savoir vivre.
Inoltre da sempre è simbolo di qualità, eleganza ed esclusività associate alla tavola.
Chi sceglie il Piccolo Principe può cenare nella sala al quinto piano con splendida vista sul mare e sulle vicine Alpi Apuane.
Oppure può cenare nella terrazza a bordo piscina sul roof garden.
Il Ristorante propone un menu à la carte, un menu degustazione di mare ed uno di terra, oltre alla vasta scelta di più di 800 etichette.
Lo Chef Giuseppe Mancino porta nella sua cucina tutto l’estro e la passione della sua Campania. Inoltre li mescola i con prodotti locali in raffinati ed insoliti accostamenti di gusto.
La vista suggestiva sul Mediterraneo e sulle Alpi Apuane anticipa la vocazione de Il Piccolo Principe.
Infatti esprime mare e richiami alla migliore tradizione toscana di terra.
Accostamenti intriganti, spezie e frutti aggiungono a ogni piatto un elemento aromatico.
Le due Stelle continuano a illuminare La Madia di Pino Cuttaia
La 66^ edizione della Guida Michelin vede premiati lo Chef Pino Cuttaia e il suo ristorante La Madia di Licata.
Infatti sono ancora tra le migliori eccellenze ristorative d’Italia premiate con le due Stelle.
E in attesa della riapertura, la cucina dello chef non si ferma.
Infatti con uovodiseppia, il suo negozio-dispensa, continua la quotidiana produzione e vendita di prodotti take-away.
Sono questi pasta fresca e ripiena, pane, arancine, conserve e dolci per continuare a portare a casa l’eccellenza dei prodotti firmati e raccontati dallo Chef Pino Cuttaia.
Seconda stella Michelin al Santa Elisabetta
La celebre guida attribuisce il doppio sfavillante riconoscimento al ristorante gourmet del Brunelleschi Hotel di Firenze.
Premiato lo stile elegante dello Chef De Santis, in equilibrio fra visione e ricordo
Merito della raffinata sintesi tosco-campana della cucina dello Chef, che porta profumi e sapori di mare e di costiera nel centro di Firenze.
Inoltre la cucina è valorizzata da una location unica al mondo, dall’atmosfera intima ed esclusiva della sala, da un servizio colto e attento.
Il tutto per un’esperienza multisensoriale.
I must del Ristorante Santa Elisabetta
Ciò che colpisce e conquista i clienti del Ristorante Santa Elisabetta è in primis l’ambientazione d’eccezione, storica e di charme.
Subito dopo, il Menu li sorprende, li emoziona, completato da una Carta dei Vini che è una ricerca continua.
Proprio partendo dalla Campania e dalle origini affettive l’estro dello Chef compie voli sapienti e calibrati.
La Campania scalda tutta la carta con i piatti del ricordo, i suoi simboli e ingredienti cardine.
Quali gli esempi? Il piatto signature Cappelletti ricordo della Domenica: cappelletti di ricotta di bufala, intensità di ragù napoletano. Dichiarati omaggi alla Toscana si trovano ne La Triglia in crosta di Pane allo Zafferano 2015, e ne Il Gambero rosso crudo, panzanella all’agro, caviale e zuppetta di olive di Nocellara, in cui zafferano e la panzanella sono interpretati impreziosendo piatti di mare.
Nel Piccione Campania e Toscana si uniscono attraverso cavolo nero e mela annurca: Piccione (petto e coscia) ai carboni, Cavolo nero, mela Annurca, Pastinaca.
Altri due fil rouge della carta sono pesce ed agrumi.
Ad esempio il bergamotto nelle Linguine al burro di alghe, bergamotto, ricci e bottarga.
Oppure il lime nel Risotto Riserva San Massimo, crema di patate affumicate, scampo e lime, limone in diversi piatti salati e naturalmente nei dessert.
Fra i dolci, il Babà in evoluzione racconta molto bene la visione dello Chef fra ricordo e leggerezza: Babà, mango, passion fruit, lime, sorbetto al lemongrass.
www.ristorantesantaelisabetta.it
Il Ristorante Amistà conquista la Stella Michelin
Guidato dal giovane chef Mattia Bianchi, il ristorante fine dining Amistà del Byblos Art Hotel Villa Amistà entra nel panorama stellato dell’alta cucina.
La cucina di Mattia Bianchi coniuga i prodotti tipici del Bel Paese alle prelibatezze di una regione, il Veneto, particolarmente ricca di materie prime.
Da qui una cucina rispettosa dei valori della tradizione, elegante e vocata alla ricerca della genuinità, senza estremismi.
Come un artista capace di suscitare emozioni, così lo chef crea i suoi piatti: ricercati e prelibati, colorati ed energici, vere e proprie creazioni d’arte per la vista e il gusto.
Il fil rouge artistico
Il fil rouge artistico è infatti una peculiarità del Ristorante Amistà anche grazie alla straordinaria collezione di arte contemporanea, permanentemente esposta in Villa. L’Arte, quindi, dentro e fuori dal piatto: una sosta gourmet al Ristorante Amistà è un’esperienza artistica a tutto tondo.
Infatti nei piatti dello Chef l’arte culinaria si esprime in un connubio di sapori e colori dall’estetica contemporanea.
La selezione e la qualità degli ingredienti sono un valore nella sua cucina.
Infatti parte degli ortaggi e delle erbe aromatiche utilizzate in cucina provengono infatti dall’orto realizzato in una parte del parco che circonda la Villa.
Quali i piatti diventati ormai iconici della sua cucina e del Ristorante Amistà?
Sicuramente i “Tortelli di corte veronese” – omaggio alla cucina tradizionale – gli “Gnocchi di ‘Fioreta di Malga’, cedro, tartare di capesante, foie gras”, il “Baccalà 2020” (rivisitazione in chiave contemporanea del celebre piatto veneto) e “Agnello di Brogna, cipolla rossa di Bassano, morchelle”.
Re Santi e Leoni di Nola riceve la stella Michelin a pochi mesi dall’apertura
Il ristorante Re Santi e Leoni a Nola (NA), insignito della stella dalla più celebre Guida al mondo, coglie un importante traguardo.
Che premia la cucina del resident chef Luigi Salomone, delle brigate di cucina e sala e il coraggio imprenditoriale del proprietario Lucio Giordano.
Re Santi e Leoni rappresenta una sfida nel panorama gastronomico del sud Italia portando una ventata di creatività e personalità nella cucina nazionale e internazionale.
La proposta gastronomica firmata dallo chef Luigi Salomone pone alla base di ogni ricetta la tradizione e la contaminazione.
Un altro fattore importante nella cucina di Luigi, è la riconoscibilità di ogni ingrediente, che deve rappresentare nel piatto un concetto nitido in cui non manca mai un tocco di acidità.
L’origine del nome deriva dalla volontà del proprietario Lucio Giordano, di dedicare il ristorante ai suoi tre figli: Ferdinando (RE, in riferimento a Ferdinando I di Borbone, Re delle Due Sicilie), Agostino (SANTI, in riferimento a Sant’Agostino), Leone (LEONI).
La Michelin e le TavoleDOC della Liguria
L’edizione 2021 della Rossa riserva grandi riconoscimenti alla cucina ligure di TavoleDoc: nella regione 2 nuovi stellati e il premio al miglior Sommelier.
Sono membri di TavoleDoc Liguria due ristoranti che hanno acquisito la tanto agognata stella Michelin.
Quali?
Il ristorante Nove ad Alassio e il ristorante Impronta d’acqua a Cavi di Lavagna. Riconoscimento particolare a Matteo Circella della Trattoria La Brinca a Ne, premiato miglior Sommelier 2021.
Un importante riconoscimento della capacità dei ristoratori liguri non solo di abbracciare la tradizione ma anche di sperimentare e innovare in cucina.
Il ristorante Nove nasce nel 2016 dall’incontro dello chef Giorgio Servetto e l’Historical Suite Relais Villa della Pergola.
Il locale mette al primo posto la qualità della materia prima, ricercando prodotti autentici del territorio e dando assoluta importanza alla stagionalità. Lo chef e la sua brigata attingono alle ricchezze de I Giardini di Villa della Pergola agrumi, erbe aromatiche e fiori eduli che esaltano la genuinità della cucina.
Ricavato dagli spazi in disuso di un vecchio ristorante di fronte al mare, Impronta d’Acqua si trova a Cavi di Lavagna, a metà strada tra Sestri Levante e Chiavari.
Lo chef patron Ivan Maniago propone una cucina tradizionale che supporta i piccoli produttori locali, ma che viene impreziosita dalle sue capacità tecniche e intriganti dell’alta cucina.
Il Relais Blu di Massalubrense riconquista la stella Michelin con Alberto Annarumma
La provincia più stellata d’Italia, quella di Napoli, aggiunge un nuovo importante tassello nel comune di Massalubrense.
Il Relais Blu, celebre boutique hotel nel cuore della Penisola Sorrentina, conquista con il suo ristorante fine dining il più ambito riconoscimento gastronomico, la stella Michelin.
Si tratta di una attesissima riconquista, come sottolinea l’imprenditore Antonino Acampora.
Dal 2020 la brigata di cucina è diretta da Alberto Annarumma, che non è nuovo ai riconoscimenti della rossa.
Ecco la sua idea di cucina: fondere elementi provenienti da culture e stili differenti con la grande tradizione italiana.
Con la sua terrazza panoramica con vista su Capri, il Relais Blu si trova a Termini, una frazione di Massa Lubrense, un pittoresco comune incuneato tra le due Costiere, Sorrentina e Amalfitana.
Casa Sgarra brilla nel firmamento dell’enogastronomia con la stella Michelin
A soli quattro mesi dall’apertura, Casa Sgarra conquista la prestigiosa stella, unica novità in Puglia.
Questa volta la vittoria è sì del giovane e talentuoso chef andriese, ma anche di “una storia di famiglia”, claim vincente ripreso dall’autorevole guida.
Con Felice, infatti, in questa avventura ci sono i due fratelli Riccardo, suo gemello, e Roberto.
Una attestazione per Trani, emergente capitale italiana del gusto per la presenza di due stelle in città, e dall’offerta enogastronomica di alto profilo.
I motivi del premio
Il premio è la risultante dell’originalità della proposta gastronomica con pregiate materie prime del territorio e qualche incursione fuori regione o “esotica”.
In evidenza alcune delle specialità griffate Sgarra come l’“Insalatina di crostacei crudi, panna acida, yuzu e limone”, la “Melanzana, burrata di Andria e pomodoro cotto e freddo” e la deliziosa “Cassata di Casa Sgarra”.
La cucina è una dichiarazione d’amore per la Puglia.
Infatti, anche se non mancano escursioni extra regionali (in particolare piemontesi), la carta è pugliesissima.
Tutto un fiorire di fave, mandorle di Toritto, burrata e ricotta forte, tartufi e ceci neri della Murgia, farina di grano arso e naturalmente gli eccellenti oli della regione.
Stella Michelin per il ristorante Sala dei Grappoli di Castello Banfi-il Borgo
L’elegante ristorante Sala dei Grappoli di Castello Banfi-Il Borgo riceve la stella Michelin.
Si posiziona così come punto di riferimento per il fine dining d’eccellenza di Montalcino, patria di uno dei più blasonati vini al mondo
Incoronato lo Chef Domenico Francone e il team del ristorante.
Situato all’ombra del castello medioevale di Poggio alle Mura, oggi conosciuto come Castello Banfi, la Sala dei Grappoli accoglie i propri ospiti in un ambiente elegante e raffinato.
Nel periodo estivo, il ristorante si arricchisce di una splendida terrazza affacciata sulle mura dello storico castello, dove lo sguardo si apre sulla meravigliosa Val d’Orcia, patrimonio mondiale Unesco.
Le scelte dello chef Francone
Lo chef Francone sposa l’autenticità e i sapori della cucina italiana e mediterranea, esaltando i prodotti del territorio, in un abbinamento perfetto ed unico con i prestigiosi vini Banfi.
Castello Banfi-Il Borgo, dal 2019, fa parte della prestigiosa associazione Relais & Chateaux, un insieme di ristoranti gourmet, boutique hotel, resort e ville.
La tenuta Banfi sorge su un’area di 2.830 ettari a conduzione familiare a Castello di Poggio alle Mura sui colli della Val d’Orcia, nei pressi di Siena.
Ed è dominata da una fortezza e un antico borgo medioevale.
Qui la famiglia Mariani, proprietaria dal 1978, si dedica con passione alla ricerca dell’eccellenza.
Infatti è celebre per la prestigiosa produzione del Brunello di Montalcino, rigorosamente ispirata a principi di sostenibilità.
www.castellobanfiilborgo.it/it
Franca D.Scotti
Dicembre 2020
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