L’Inghilterra dice no alle pubblicità Instagram di cosmetici che utilizzano filtri bellezza
I filtri bellezza su Instagram possono portare a una concezione distorta della realtà. Soprattutto se usati per pubblicizzare prodotti di make-up e skincare. In Inghilterra l’ASA (Advertising Standards Authority) ne ha condannato l’utilizzo
Per noi donne la bellezza è un capitolo fondamentale della vita. Mai rinunciare a un filo di trucco sul viso, aiuta a coprire le imperfezioni e regala un colorito roseo. Tutto quello che ci vuole per affrontare la giornata con una carica di benessere e sicurezza.
L’universo make-up e beauty, però, è vastissimo. A volte, trovare il prodotto perfetto (formule, tonalità, esigenze) può essere davvero complicato.
Così, per toglierci dubbi prima dell’acquisto o ricevere qualche consiglio, ci affidiamo ai social.
Le influencer sono il nostro punto di riferimento. Loro provano il prodotto e ce lo mostrano, noi capiamo se fa per noi.
Il problema è che, troppo spesso, una volta spento lo smartphone ci guardiamo allo specchio. Le domande che passano per la mente sono tante: “Farà su di me lo stesso effetto che fa a lei?”; “Perché non ho anch’io la pelle così perfetta?”.
Semplice, perché quello che vediamo non è reale.
L’Advertising Standards Authority Inglese (ASA) ha esaminato le storie Instagram di alcune influencer. In particolare quelle in cui si pubblicizzava un prodotto autoabbronzante. E dopo attente analisi ha vietato l’uso dei filtri bellezza nelle pubblicità cosmetiche. Perché, se vengono promossi prodotti esagerandone gli effetti, viene considerata fuorviante e ingannevole.
L’utilizzo di filtri può essere deleterio per gli utenti
Spingendoli a comprare o rinunciare a qualcosa a causa di una “falsificazione.”
Questo vale per ogni tipo di pubblicità, ma soprattutto per quelle che riguardano skincare e make-up. Che, nascondendosi dietro un velo di finta perfezione, non dimostrano gli effetti reali sul viso di correttore, fondotinta e qualsiasi altro prodotto.
Per l’ASA quindi non basta specificare il nome del filtro utilizzato. Ma evitarlo del tutto.
Anche perché, il rischio più grande, è che gli utenti soffrano di disturbi psicologici. Cercando di raggiungere standard di bellezza impossibili.
Dire no ai filtri bellezza Instagram è una decisione davvero importante. Che risponde concretamente alla battaglia che da un anno combatte Sasha Louise Pallari.
Lei, modella e make-up artist, aveva già invitato brand e influencer a mostrarsi per ciò che erano. Eliminando i filtri bellezza dai propri contenuti, con l’hashtag #FILTERDROP.
I risultati ottenuti sono fenomenali
“Questo è solo l’inizio. Ho iniziato questa campagna otto mesi fa e il risultato che abbiamo ottenuto insieme è stato strabiliante…significa che ogni volta che qualcuno promuove online un prodotto di bellezza o per la cura della pelle, abbiamo maggiori possibilità di vedere la sua vera pelle, la vera consistenza, la vera forma del naso, le diverse dimensioni delle labbra, il vero colore del prodotto. Le persone non si confronteranno più con uno standard che non è ottenibile senza un filtro. Ce l’abbiamo fatta. Sono così orgogliosa.” Sasha Louise Pallari
La distorsione della realtà è un problema che si è ingigantito con l’avvento dei social
Inseguire la perfezione, soprattutto estetica, è sempre stato un problema della nostra società. Un tempo erano le dive che si ammiravano al cinema o in TV. Poi è arrivato il fotoritocco, ora i filtri bellezza Instagram.
Le donne che vediamo ogni giorno sullo smartphone sono troppo perfette. E rischiano di creare dentro di noi un divario tra ciò che siamo e quello che vorremmo essere. Aumentando il senso di frustrazione e insicurezza. O, nei casi peggiori, aprendo la strada a malattie e depressione.
Quello che serve è raccontare la realtà per ciò che è. Tutte abbiamo giorni no, in cui ci vediamo brutte e goffe. Anche le influencer. Ed è fondamentale che lo raccontino sui social, per fare passare il messaggio più importante. Ognuno di noi ha dei difetti. La perfezione non esiste, ed è anche noiosa.
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Alessandra Borgonovo, Febbraio 2021