PAESAGGI. Realtà Impressione Simbolo

PAESAGGI. Realtà Impressione Simbolo. Al Castello di Novara in oltre 70 opere straordinarie l’evoluzione della pittura di paesaggio

PAESAGGI. Realtà Impressione Simbolo è la mostra organizzata  da METS Percorsi d’Arte presso il Castello di Novara fino al  6 aprile 2025

Oltre settanta opere straordinarie, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, fanno luce sull’evoluzione della pittura di paesaggio tra Piemonte e Lombardia dagli anni Venti dell’Ottocento al primo decennio del Novecento.

PAESAGGI. Realtà Impressione Simbolo

Un aspetto poco noto, ma peculiare per la storia dell’arte, di cui sono stati protagonisti alcuni dei più importanti artisti attivi in Italia e in Europa in quel periodo. Dalla campagna all’alta montagna, dai laghi al mare fino ad arrivare ai paesaggi urbani del cuore di Milano, ai Navigli e al Carrobbio, METS Percorsi d’Arte porta al Castello di Novara un tema sempre molto amato.

Le sezioni permettono di scandire il percorso per temi e cronologia.

 Nella prima Sezione , La “Pittura di paese”: dalla veduta al paesaggio,  appare il paesaggio di età romantica rappresentato da alcuni dei più valenti artisti di area settentrionale. In mostra esempi delle diverse tipologie della “pittura di paese” che in quegli anni si configurava nella veduta prospettica, nel paesaggio vero e proprio – tratto dal vero, di invenzione e di composizione – e nel paesaggio istoriato. Gli anni Trenta e Quaranta sono gli anni della piena affermazione della pittura di paesaggio e del grande successo dei “pittori di paese”, di anno in anno, esposizione dopo esposizione, sempre più numerosi e ricercati dai collezionisti.

Mosè Bianchi_La prima neve

Nella seconda sezione, “Il naturalismo romantico d’oltralpe e la sua influenza sul paesaggismo italiano”, appaiono gli apporti fondamentali della pittura di paesaggio romantico naturalistica di area mitteleuropea. La sezione si chiude con Antonio Fontanesi (1818-1882). Come è noto il paesaggio è stato al centro dei suoi interessi fin dai primi anni ginevrini, anni nei quali il pittore è a stretto contatto con Calame; sarà tuttavia l’incontro con la pittura dei paesaggisti francesi della scuola di Barbizon, primi tra tutti Camille Corot (1796-1875), Charles-François Daubigny (1817-1878), Théodore Rousseau (1812-1867) e Constant Troyon (1810-1865) – conosciuta direttamente visitando le sale dell’Esposizione Universale di Parigi del 1855 – a persuadere Fontanesi a proseguire la propria ricerca lavorando en plein air proprio nei luoghi che avevano visto nascere alcuni di quei capolavori.

Leonardo Bazzaro_Passa la funicolare_

PAESAGGI. Realtà Impressione Simbolo

Nella terza sezione, “Incontri, amicizie e sodalizi artistici. Dallo studio ginevrino di Alexandre Calame a Rivara e Carcare” appaiono esperienze d’ambito realista, quelle oggi note con i nomi delle località dove gli artisti si riuniranno a dipingere sul motivo: Rivara, nel canavese, dove i pittori saranno ospitati a Villa Ogliani, residenza di Carlo Ogliani, cognato di Carlo Pittara, e Carcare, in provincia di Savona, dove i ‘liguri’ de Avendaño, de Andrade e Rayper daranno vita alla ‘Scuola dei Grigi’.

La quarta sezione “Verso la pittura di impressione” coglie la tendenza  della  pittura en plein air nelle terre dei laghi lombardi, nei dintorni di Stresa, sulle alture del Mottarone.

Nella quinta sezione “Il trionfo del naturalismo lombardo e la diffusione del nuovo linguaggio” appaiono alcune tra le opere più significative di Eugenio Gignous, Leonardo Bazzaro (1853-1937), Achille Befani Formis (1832-1906), Pompeo Mariani (1857-1927), Francesco Filippini (1853-1895), Lorenzo Delleani (1840-1908).

Tra le opere in sala: la vasta e imponente Pianura Lombarda (1887), di Filippo Carcano, capolavoro assoluto del Naturalismo lombardo; la suggestiva alba de Il porto di Genova da Palazzo Doria (1884), di Pompeo Mariani; Vespero di novembre (1891), di Francesco Filippini.

Giovanni Segantini_Il Naviglio di Milano al Ponte di San Marco

La sesta Sezione “Il naturalismo nel paesaggio urbano: tra i Navigli e il Carrobbio”  è dedicata ad alcuni scorci del paesaggio urbano milanese, colto in pieno sole e sotto la neve, da Giovanni Segantini (1858-1899), Mosè Bianchi (1840-1904), Emilio Gola (1851-1923) dall’inizio degli anni Ottanta ai primi anni Novanta.

Nella settima, “Tra vita en plein air e intimità familiare. Leonardo Bazzaro all’Alpino”, le opere accompagnano il visitatore tra le alture della montagna verbanese, nella campagna nei dintorni di Gignese, tra i fiori del giardino del villino del pittore all’Alpino – costruito proprio sulla strada che da Gignese conduceva al Mottarone –, luogo amatissimo da Bazzaro e dalla moglie.

L’ottava sezione “Dalle Prealpi all’alta montagna”, presenta alcuni dipinti eseguiti negli anni Novanta: tra questi la vasta tela de il Lago del Mucrone (1890) di Lorenzo Delleani; due straordinari dipinti di un ormai celeberrimo Filippo Carcano, Dall’alto (1895) e Il ghiacciaio di Cambrena (1897), e una tela del giovanissimo Ludovico Cavaleri (1867-1942), Dalle montagne del lago maggiore (1898).

PAESAGGI. Realtà Impressione Simbolo Giovanni Segantini_Mezzogiorno sulle Alpi

Infine la sezione IX “Il paesaggio divisionista: dal vero al simbolo” è dedicata alle opere di autori che hanno operato in ambito divisionista come Giovanni Segantini (1858-1899), Angelo Morbelli (1853-1919), Giuseppe Pellizza (1868-1907), Emilio Longoni (1859-1932), Carlo Fornara (1871-1968), per alcuni dei quali il paesaggio diventerà soggetto privilegiato non solo di sperimentazione linguistica ma anche luogo ideale per qualche incursione nel clima simbolista.

Tra le opere in sala: Mezzogiorno sulle Alpi (1891), e L’amore alla fonte della vita (1896), di Giovanni Segantini; Sul fienile (1893-1894), di Giuseppe Pellizza da Volpedo; Nebbia domenicale (1890) e Alba domenicale (1915), di Angelo Morbelli; L’aquilone (1902), di Carlo Fornara.

itinerario “Pellizziano”

La mostra fa parte di un percorso di celebrazione e approfondimento della figura di Pellizza avviato da METS Percorsi d’arte congiuntamente alla GAM di Milano, che ha avuto inizio a Volpedo con Il fascino della natura. Paesaggi ritrovati di Pellizza da Volpedo, una rassegna allestita presso lo studio del pittore da METS e dall’Associazione Pellizza in collaborazione con la GAM dal 17/8 al 15/9 2024.

Proprio a tale itinerario “Pellizziano” è dedicata l’ultima sala della mostra di Novara che ospiterà anche La Clementina (1906-1907), una delle tre opere “ritrovate” esposte da METS a Volpedo. Si tratta di un dipinto che non si vedeva dalla Biennale di Venezia del 1909 ed era conosciuto fino ad ora solo attraverso un’immagine in bianco e nero.

Il percorso proseguirà nel 2025 con l’uscita nelle sale del docufilm con Fabrizio Bentivoglio diretto da Francesco Fei Pellizza Pittore da Volpedo, prodotto da METS e Apnea Film in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e il contributo di Gallerie Maspes Milano, e distribuito da Nexo Studios. Il percorso dedicato al grande artista terminerà a Milano nell’autunno del 2025 con un’ambiziosa mostra monografica organizzata congiuntamente da METS e dalla GAM, presso la quale si trova l’opera simbolo di Pellizza, Il Quarto Stato.

Castello di Novara, Piazza Martiri della Libertà 3

T. 0321 1855421

Franca D.Scotti

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