Oltre 800 opere con capolavori di pittura, scultura e arredi francesi e veneziani in mostra nella nuova Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani
Oltre 800 opere tra cui dipinti di Canaletto, Tiepolo, Guardi, Longhi, Boucher, sculture del genovese Filippo Parodi e romane dei Della Porta, accanto a preziosi arredi barocchi e rococò principalmente francesi e veneziani e straordinari oggetti d’arte applicata del XVII e XVIII secolo. Tutto ciò è visibile al pubblico nella Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani per l’arte e la cultura, sita in via Fantasina 8 a Cellatica (Brescia).
Attraverso percorsi guidati per giovani e adulti sarà possibile scoprire una straordinaria collezione di sculture, dipinti, arredi e oggetti d’arte applicata, raccolti in oltre trent’anni di intensa attività di ricerca dall’imprenditore bresciano Paolo Zani.
Che cosa e come sia la Casa Museo lo descrive il direttore Massimiliano Capella nel saggio del catalogo:
«La Casa Museo conserva il gusto, le scelte estetiche dell’imprenditore e collezionista Paolo Zani, le sue predilezioni stilistiche, cromatiche e le sue esigenze abitative quotidiane. E così, anche quando i moderni criteri museografici prediligerebbero scelte diverse da quelle che accompagnano il visitatore, l’obiettivo di questo particolare museo è quello di conservare l’aura di una casa privata, l’aura di casa Zani.
La curiosità e l’istinto sono state le sole guide che, in oltre trent’anni, hanno orientato il collezionista nell’acquisizione di dipinti, sculture, oggetti d’arte, arredi, fiori e piante che oggi compongono la raccolta e il giardino di Cellatica.
All’interno della sua dimora Zani ha espresso liberamente il suo personale gusto, quel gusto che ci racconta un sentire preciso, un percorso personale spesso insondabile e che è mutato con il passare degli anni, affinandosi, maturando, ma che è dipeso sempre da una forza innata, che il collezionista ha posseduto: l’istinto. L’istinto di sentire, percepire la forza di un oggetto, di un materiale; quello stesso istinto che scatena la passione intensa e il desiderio di possedere “il pezzo ricercato” subito e a qualsiasi prezzo!
L’evoluzione del gusto e le scelte del collezionismo che hanno portato alla formazione di importanti raccolte pubbliche e private è, senza alcun dubbio, uno dei temi più affascinanti affrontati dalla storiografia d’arte, in modo particolare da quella novecentesca. Accanto a snodi critici tra storia del gusto, circolazione di opere d’arte e mercato, sono state focalizzate singole figure di mecenati e di moderni evergeti. Ed è proprio all’interno di questo contesto che si inserisce la Casa Museo di Cellatica che, nelle sue forme principali, conserva il disegno originario dell’architetto Bruno Fedrigolli (1921-1995), noto per aver progettato nel vicino capoluogo il Crystal Palace, l’edificio della Camera di Commercio e il celebre Cordusio.
La costruzione della villa di Cellatica risale al 1976 e riprende il modello della domus romana, scandita lungo undici ambienti imperniati attorno alla vasca quadrangolare centrale, un impluvium in origine, successivamente trasformato in funzione dell’esposizione di una parte delle collezioni. La casa è caratterizzata da un grande portico esterno che collega gli spazi di servizio, oggi adibiti a servizi museali, col ninfeo. L’architettura è circondata da un giardino all’italiana di oltre tremila metri quadrati, concepito dallo stesso Zani come ideale prosecuzione del percorso della collezione.
Casa, giardino e oggetti d’arte riflettono dunque il gusto collezionistico e dell’arredare di Zani che, predisponendone il passaggio a museo, ha voluto che questi caratteri venissero conservati e tutelati.
L’arte barocca veneziana, romana e francese costituisce il corpus principale della collezione Zani, composta complessivamente da circa ottocentocinquanta opere, soprattutto oggetti d’arte applicata, mobilia e arredi. L’altro nucleo portante della raccolta è quello della pittura veneziana di Guardi, di Canaletto, di Longhi e di Tiepolo. I dipinti esposti sono una trentina.
Attualmente non presente nel percorso museale, il primo acquisto di Palo Zani, nel 1988, è, come spesso accade, sintomatico di un gusto che andrà consolidandosi per oltre un trentennio: un cassettone veneziano del XVIII secolo. Un oggetto che esprime istintivamente una predilezione per l’arte veneziana e che chiarisce sia la filosofia del suo collezionare, sia il ruolo dell’opera d’arte che è, per Zani, un elemento d’arredo vissuto nel contesto quotidiano della casa. Una collezione da abitare, da usare quotidianamente. Una raccolta senza nessuna finalità speculativa, né dettata da una formazione storico-artistica: Zani nel campo delle arti era un autodidatta e di rado si è servito di esperti e di consiglieri.
Come sostiene anche Alvar González-Palacios “sbaglia chi pensa che arredare una casa sia più facile se si ha una buona formazione storico-artistica”. Serve piuttosto il coraggio di esprimere liberamente il proprio gusto, nel caso di Zani accompagnato da un’idea precisa dell’opera d’arte che non è mai un bene di rifugio e neppure un trofeo da esibire, ma un semplice elemento di arredo per la casa. Anche per questi motivi il collezionista non ha mai creato un deposito e ha sempre esposto tutti gli oggetti acquistati. Perciò, finché è rimasta abitazione privata, casa Zani è stata un luogo intimo, ritirato, precluso a ogni mondanità. Fino all’ultimo giorno in cui ha vissuto nella casa di Cellatica, l’imprenditore non ha condiviso la sua collezione, pressoché ignota anche agli studiosi e agli specialisti».
La tutela, la conservazione e la valorizzazione della Casa Museo Zani è lo scopo principale della Fondazione recentemente costituita, intitolata a Paolo e Carolina Zani, ma la Fondazione persegue anche quello di sostenere la cultura in generale attraverso l’elargizione di contributi specifici destinati alla formazione dei giovani, istituendo premi e borse di studio.
La direzione della Casa Museo è affidata a Massimiliano Capella.
Lo stesso Zani, a luglio 2018, scrisse un’introduzione per il volume (edito da Electa per l’Italia e da Rizzoli per la distribuzione internazionale, e che oltre a un testo del direttore Massimiliano Capella contiene un saggio di Alvar González-Palacios sulle opere principali della Casa Museo) in cui traccia le linee del suo lascito spirituale, reale e morale:
«Bellezza è verità, verità è bellezza – questo solo sulla terra sapete, ed è quanto basta». I versi finali dell’Ode di Keats che accolgono il visitatore all’ingresso della mia Casa Museo esprimono meglio di altri lo spirito che mi ha guidato. Per il poeta inglese la contemplazione della bellezza è una fonte inesauribile di vita e di ispirazione. E se, come dicevano i greci, ciò che è bello è anche vero e buono, allora la bellezza non può che condurci alla scoperta della verità. Come ho sempre ribadito, “Io non ci sarò” il giorno dell’inaugurazione della Fondazione, sono meglio rappresentato dalle opere che ho amato e riunito in questa casa. La mia è una riservatezza ed una idiosincrasia per l’apparire e ciò mi ha reso agli occhi degli altri schivo, perfino sfuggente, a volte ruvido. In questo luogo ritrovate quel che amo definire “la punta di un iceberg”, la bellezza che sa educare, la bellezza che può sostituire l’esperienza dell’assoluto. Quello che non appare e che vorrei restasse riservato è ciò che questa Fondazione ogni giorno realizzerà. Qualcosa di vero e buono, che accompagni la mia personalissima ricerca di assoluto».
Provenienti dal mercato dell’arte, i dipinti, le sculture, gli arredi e le arti applicate della collezione Zani sono oggi esposti in un percorso museale che mette in luce prima di tutto il desiderio da parte del collezionista di dialogare quotidianamente con l’arte, senza vetrine, teche, ostacoli al pieno godimento di ogni pezzo.
Anche la biglietteria, progettata in ogni dettaglio da Zani ma realizzata dopo la sua scomparsa, è un luogo che vive della stessa cifra stilistica del percorso museale.
Il visitatore è qui accolto da autentici capolavori, come la grande tela con Natura morta, vasi istoriati, scoiattolo e pappagallo (1630 circa), opera misteriosa e altamente scenografica, scelta da Zani esclusivamente per la straordinaria qualità pittorica, seppur priva di un’attribuzione convincente.
Fondazione Paolo e Carolina Zani:
via Fantasina 8 – 25060 Cellatica
Tel. 030/2520479
www.fondazionezani.com
INFO:
L’accesso è consentito solo con visita guidata su prenotazione da effettuarsi sul sito:
www.fondazionezani.com
“Abitare l’Arte. La Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani”,
Electa, Milano 2020
Franca D.Scotti
Febbraio 2020