Al Masi di Lugano “Gertsch – Gauguin – Munch. Cut in Wood”

Fino al 22 settembre al Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano si celebra uno degli artisti contemporanei svizzeri più significativi, Franz Gertsch.

La mostra ideata dallo stesso artista e co-curata da Tobia Bezzola, direttore del museo, presenta nove monumentali incisioni di Franz Gertsch accanto a una selezione di oltre settanta xilografie di Paul Gauguin e Edvard Munch.

Franz Gertsch è stato chiamato a collaborare con il Museo non solo in veste di artista ma anche come curatore.

Questo invito è stato accolto e rielaborato dall’artista con una sorprendente proposta:

quella di presentare le sue xilografie in dialogo con le opere di coloro da lui considerati maestri assoluti dell’incisione tra Ottocento e Novecento, Paul Gauguin (1848-1903) e Edvard Munch (1863-1944).

 

In un primo momento, questa può sembrare una scelta singolare: le xilografie di Gauguin e Munch sono opere di piccolo-medio formato, contraddistinte da linee estremamente espressive e accesi contrasti cromatici, mentre le monumentali incisioni di Gertsch si presentano come vaste superfici monocrome, costellate da una miriade di minuscoli punti di luce.

Tuttavia, al di là della distanza storica e delle differenze stilistiche, fra i tre artisti esistono profonde affinità, che vanno ben oltre la comune padronanza della tecnica xilografica e la volontà di testarne ed espanderne i limiti.

 

Da un punto di vista tematico nelle opere di Gertsch, Gauguin e Munch ritroviamo un intenso intreccio di malinconia ed eros, una visione mistica del paesaggio e della natura, così come un senso di solitudine e di alienazione dell’artista rispetto alla società.

Entrambi stravolgono i canoni dell’incisione su legno stabiliti sin dal XV secolo e lo stesso attua Gertsch quando, nel 1985, decide di sospendere la produzione dei dipinti realisti di grande formato che lo hanno reso celebre sin dagli anni Settanta per dedicarsi all’esplorazione della tecnica xilografica.

Come i suoi predecessori, Gertsch elabora un procedimento rivoluzionario per creare le sue incisioni evitando del tutto la linea: l’artista incide sulla matrice una trama fittissima di punti che determina le zone luminose e la cui modulazione permette all’immagine di delinearsi.

 

Date la meticolosità della tecnica e le dimensioni monumentali delle matrici, la realizzazione di ogni xilografia richiede all’incirca un anno di lavoro. Da ogni matrice Gertsch realizza esemplari di tonalità diverse con inchiostri da lui stesso preparati e stampati su enormi fogli di carta appositamente realizzati da un cartaio giapponese: il risultato di questo laborioso procedimento è un insieme di opere immersive che offrono un’esperienza visiva unica e invitano alla contemplazione.

Per tutti e tre gli artisti la xilografia non rappresenta semplicemente una possibilità tecnica di riprodurre fedelmente i loro dipinti: l’opera incisa si pone piuttosto in costante dialogo con la produzione pittorica.

Nelle incisioni di Gauguin ritroviamo, sotto un aspetto decisamente più oscuro e misterioso, le esotiche scene di vita quotidiana e le figure femminili che contraddistinguono le sue tele più celebri. Anche le xilografie di Munch non si limitano a riprodurre i motivi dei suoi dipinti, come Il bacio o Ragazze sul ponte, ma piuttosto li elaborano ripetutamente alla ricerca di ulteriori modulazioni atmosferiche e variazioni compositive.

Lo stesso vale per Gertsch, che spesso utilizza la medesima immagine fotografica come punto di partenza sia per i suoi dipinti che per le sue xilografie: nel suo caso, il ricorso a tecniche diverse apre orizzonti figurativi completamente nuovi.

La mostra nasce dal desiderio di celebrare la straordinaria carriera di uno dei principali esponenti dell’arte svizzera in vista del suo 90esimo compleanno, e si inserisce nella serie di esposizioni che il MASI quest’anno dedica alla storia dell’arte elvetica: inaugurata con il progetto dedicato al Surrealismo svizzero, si concluderà con uno sguardo rivolto alla produzione contemporanea di più stretta attualità, grazie alla monografica di Julian Charrière, classe 1987, prevista per il prossimo

autunno.

www.masilugano.ch

www.luganolac.ch

 

Franca D.Scotti

 

Maggio 2019

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