Storie di razzismo: quando il colore della pelle preclude l’ospitalità ai profughi in fuga dalla guerra
Il razzismo ai tempi della guerra in Ucraina: accoglienza respinta in Italia per Michael e Meshack, due giovani profughi in fuga, per via delle loro origini nigeriane
Nella notte tra il 23 e 24 febbraio 2022 il mondo assiste sgomento all’invasione russa nei confronti dell’Ucraina. Putin parla di una “operazione speciale” che ha l’obbiettivo di smilitarizzare il Paese e proteggere il Donbass. La guerra scoppia e, col passare dei giorni, oltre alla devastazione si assiste alla fuga dei profughi ucraini.
Ad oggi sono fuggiti dal Paese oltre 4 milioni di cittadini e oltre 75mila sono giunti in Italia, in particolare donne, anziani e bambini, accolti da tutte le principali città dello stivale.
Ma in mezzo a tante storie di accoglienza e buon cuore ce n’è una che ha lasciato tutti senza parole
Michael e Meshack, due giovani ragazzi di origine nigeriana che studiavano nella città di Kiev, sono stati costretti, come tanti, a dovere abbandonare casa e futuro a causa del conflitto.
Partiti con un piccolo bagaglio e tanta speranza sono arrivati a Palermo, pronti ad essere accolti da una donna italiana che aveva messo a disposizione la sua seconda proprietà. Ma, appena prima dell’incontro, quest’ultima si è tirata indietro. Motivo del rifiuto? Il colore della pelle dei ragazzi. Un vero e proprio caso di razzismo.
A denunciare l’accaduto è stata suor Anna Alonzo:
“Mi ha detto che non voleva ospitare due africani. Due profughi bianchi andavano bene, neri no.”
Parole che hanno lasciato tutti sconcertati, compresa suor Anna che subito si è occupata di trovare cibo e vestiti per Michael e Meshack, che dopo il lungo viaggio erano visibilmente provati.
I due sono stati accolti a Casa Regina della Pace di Casteldaccia (PA) in attesa di nuova sistemazione.
La storia di Michael e Meshack non è un episodio isolato. Dall’inizio della guerra sono stati molti i casi di razzismo
Numerosi profughi, infatti, hanno denunciato casi di pestaggi e maltrattamenti al confine polacco. Sembra infatti che alcuni siano stati allontanati violentemente perché “doveva essere data la precedenza ai bianchi.”
Su questo tema è intervenuto Josep Borrell – Alto rappresentante Unione affari esteri e politica di sicurezza che su Twitter ha dichiarato:
“Gli africani che cercano l’evacuazione dall’Ucraina hanno pari opportunità di ritornare al loro Paese d’origine in sicurezza.”
Davanti alla sofferenza non possono esistere discriminazioni
E, oltre alla guerra, la speranza è che vengano presto cancellati pregiudizi inutili nati da mentalità che sono rimaste ancorate al passato e non concepiscono il cambiamento e le lotte contro razzismo e ogni tipo di discriminazione come grandi passi verso un futuro migliore.
Per saperne di più: www.licra.org
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Alessandra Borgonovo, Aprile 2022