Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù. Il Mudec accompagna il visitatore nel meraviglioso racconto di una civiltà plurimillenaria
Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù mette in mostra, fino al 19 febbraio 2023, 3000 anni di civiltà dalle origini agli Inca
È un viaggio meraviglioso – dalle origini all’apoteosi dell’Impero inca – quello che il Mudec propone ai visitatori con il grande progetto espositivo “Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù. In mostra 3000 anni di civiltà dalle origini agli Inca”.
Una mostra che attraverso manufatti plurimillenari, video, ricostruzioni immersive 3D e un allestimento per immagini che rende l’idea di un vero e proprio viaggio nel tempo, traghetta il pubblico indietro nei millenni.
Si racconta la storia di un civiltà tanto gloriosa quanto antica e remota e di cui spesso si conosce solo l’ultimo tassello, quello più recente e universalmente reso famoso dal ritrovamento dei resti della grande città sacra di Machu Picchu.
Ma la storia del Perù inizia da molto, molto più lontano.
La mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata da World Heritage Exhibitions (Cityneon Holdings) e 24 ORE Cultura, in collaborazione con il Governo del Perù e il Ministero della Cultura del Perù, l’Associazione Inkatera, e grazie alla collaborazione con il Museo Larco di Lima, da cui provengono gli oltre 170 manufatti in mostra.
Il progetto, a cura di Ulla Holmquist direttrice del Museo LARCO di Lima e dell’archeologa Carole Fraresso, attraversa la storia artistica e la biodiversità andina in tutta la sua ampia dimensione geografica e profondità cronologica, per culminare con un viaggio ideale nella città inca di Machu Picchu.
La mostra presenta una selezione di più di 170 manufatti di sorprendente bellezza: opere in terracotta dalla grande espressività e perfezione tecnica, ma anche ori, argenti e tessuti.
Una parte del percorso è dedicata all’avventuroso viaggio al fianco del mitico eroe della Cultura moche Ai Apaec attraverso il quale il pubblico scoprirà i misteri della cosmologia andina, muovendosi trasversalmente attraverso i tre piani dell’universo: il sopra, il qui e il sotto.
“Machu-Picchu e gli Imperi d’oro del Perù” a Milano è l’esclusiva tappa italiana di un tour internazionale.
Il Perù dell’età antica, eguagliato solo dall‘Antico Egitto – con cui rivaleggia in longevità – e da Roma per il livello tecnico raggiunto, ha accolto nel suo alveo società potenti e sofisticate, che prosperarono per cinquemila anni su un territorio geografico decisamente vario.
Il Perù e la sua storia si estendono dalle fertili coste bagnate dalle acque dell’Oceano Pacifico, attraverso il deserto roccioso, fino al gelido altipiano andino (Altiplano Andino), per poi tuffarsi nell’area tropicale del Bacino del Rio delle Amazzoni.
Adagiata su una cresta montuosa, avvolta dalla foresta nebulosa e al di sopra della foresta pluviale, la città di Machu Picchu è il simbolo, che tuttora sopravvive, del grande Impero degli Inca, la cui fine improvvisa e violenta avvenne con la Conquista spagnola terminata nel 1572.
Il percorso della mostra parte proprio da Machu Picchu, raccontando la fine della storia dei grandi regni andini, e inizia con un video immersivo che introduce il lussureggiante paesaggio andino, dove le riprese aeree individuano Machu Picchu, la cittadella di pietra patrimonio culturale e naturale UNESCO, costruita nel 1450 all’apice dell’Impero Inca, e con essa i suoi dintorni straordinari.
Invisibile dal basso, Machu Picchu è una fortezza nascosta nella foresta nebulosa, protetta da due montagne sacre gemelle che affondano alla base nella foresta pluviale amazzonica.
Centro religioso, osservatorio astronomico e luogo di ingegnosità e produzione agricola, Machu Picchu è un complesso formato da più di 200 strutture in pietra – templi, palazzi, “plazas” (spazi aperti), abitazioni. Protetta dall’invasione spagnola, Machu Picchu venne inglobata dalla foresta pluviale, fino a quando lo storico di Yale Hiram Bingham la rivelò al mondo nel 1911.
In un ambiente che ricostruisce la foresta pluviale amazzonica, con le sue voci e i suoi colori, la mostra prosegue e aiuta a interpretare, o “leggere”, gli oggetti che incontreremo nell’esposizione.
Pur non avendo una lingua scritta, uomini e donne delle società andine rendevano testimonianza delle storie delle collettività cui appartenevano attraverso immagini simboliche visibili sulle pareti dei templi o attraverso sculture di pietra, incisioni lignee, recipienti di ceramica, tessuti e oggetti d’oro e d’argento di incomparabile fattura.
Gli oggetti sono raggruppati secondo il loro significato simbolico, ed erano questi i ‘libri’ nei quali venivano documentate le credenze, i rituali, la visione del mondo, le strutture di potere e la vita delle comunità.
Vicino all’uscita, un’impressionante maschera funeraria in rame, con artigli di felino fatti di conchiglie e ornamenti per le orecchie a forma di serpente, introduce la figura dell’eroe mitologico, il capo Ai Apaec.
Il mondo andino si fonda sulla reciprocità: è necessario dare per ricevere. Affinché i cicli naturali abbiano continuità e si mantenga l’equilibrio tra i tre mondi, si devono compiere rituali, fare sacrifici e portare offerte agli Dei.
Un rituale comune era rappresentato dalla caccia al cervo. L’uccisione di questi animali, cui veniva attribuito un grande valore e la cerimonia che ne conseguiva venivano eseguiti unicamente dai membri dell’élite della società, che assumevano il ruolo di predatori canalizzando il potere dei felini.
Un video spiega come, similmente a quanto accadeva in molte culture antiche – come quella azteca, celta, greca e romana, tra le altre – le comunità andine praticassero sacrifici umani.
Lungo la mostra ci si muove dentro uno spazio che ricrea l’interno di un tempio, dove i prigionieri venivano preparati per il sacrificio e dove erano collocati gli altari. Nel corso del rituale i guerrieri che erano stati sconfitti venivano legati con corde e, similmente ad Ai Apaec, compivano il sacrificio estremo. Nel momento in cui veniva loro tagliata la gola, essi venivano trasformati in esseri sacri. Il loro sangue – il sangue che dà la vita – veniva raccolto in coppe ed offerto ai sommi sacerdoti, cioè ai rappresentanti degli Dei.
L’incontro con gli antenati
Passando sotto un arco a forma di serpente, si entra in una galleria buia, illuminata da un bagliore radiante. Una sontuosa esposizione di manufatti d’oro, d’argento, di rame e di pietre preziose, culmine di maestria e talento, è collocata sullo sfondo di una lussureggiante foresta pluviale, verde e rigogliosa.
È il momento dedicato agli antenati, che si presentano al visitatore nell’abbigliamento col quale furono seppelliti. I signori, le signore, i re, le regine e gli imperatori del mondo andino incarnavano gli Dei.
Gli abiti preziosi ed i gioielli che indossavano simboleggiavano ciò che erano su questa terra e quello che potevano diventare dopo la morte. I capi politici e religiosi delle comunità, i governanti, personificavano le forze che rendono possibile la vita in questo luogo di acque gelide, deserti aridi e foreste pluviali tropicali. Essi erano in grado di canalizzare il potere del Sole, della Luna e delle stelle con l’oro e l’argento.
I metalli preziosi che indossavano non venivano scelti per il valore monetario, bensì per ciò che rappresentavano per l’intera comunità: l’oro era il sudore del Sole e l’argento le lacrime della Luna. I metalli erano il simbolo dei poteri divini che legittimavano il potere dei governanti. Splendenti come corpi celesti, i capi davano la possibilità alla vita di prosperare per il bene dell’intera comunità. Quando morivano venivano sepolti indossando tutto lo splendore dei metalli e si trasformavano in esseri soprannaturali.
La mostra offre infine l’opportunità di sperimentare – attraverso una sala immersiva a parte rispetto al percorso espositivo – una vera e propria simulazione di volo sopra la città sacra di Machu Picchu che stimola i sensi della vista, dell’udito e il senso del movimento attraverso una postazione integrata di realtà virtuale a movimento VR visivo e sonoro. Si potrà così provare la sensazione reale, ‘fisica’ di volare sopra i resti del Monumento Patrimonio Unesco e sopra le montagne sacre e la foresta amazzonica, in compagnia di una guida virtuale che ‘volerà’ con noi raccontando la storia di questo magico sito, accompagnandoci in un vero e proprio viaggio emozionale.
Il libro edito in occasione della mostra “Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù” è disponibile in vendita presso il bookshop.
Franca D.Scotti
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