Diavolezza scenario da film

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Diavolezza scenario da film. Un panorama tra i più belli delle Alpi Svizzere, set di tanti film che hanno fatto la storia del cinema

Pur essendo una meta alpinistica rinomata in tutto il mondo con un panorama considerato tra i più belli delle Alpi Svizzere, Diavolezza è  una meta turistica ancora poco conosciuta in Italia:

Diavolezza 2978m – esperienze in alta quota, uno « scenario alpino da favola », set di tanti film che hanno fatto la storia del cinema

La Diavolezza si raggiunge in auto e con il famoso Trenino Rosso del Bernina, patrimonio mondiale UNESCO

Un paesaggio che spazia dal Piz Palü (3899m) al Piz Bernina (4048m) – l’unica cima che supera i 4000 metri nelle Alpi Orientali – , in generale in Italia più conosciuto con il nome di „massiccio del Bernina“ con ben due lingue dei ghiacciai di Pers e Morteratsch: sono questi i giganti di roccia imponenti chiamati il „Salone delle feste delle Alpi“.

©Diavolezza Lagalb AG_Club8848_Foto_FedericoSette

Questo scenario alpino in alta quota è la DIAVOLEZZA che si trova in Alta Engadina ed è una meta famosa per turisti e alpinisti  provenienti da tutto il mondo. Però – a dir il vero – è una meta turistica ancora poco conosciuta da parte degli ospiti italiani https://www.corvatsch-diavolezza.ch/it/montagne/diavolezza .

Diavolezza scenario da film

La DIAVOLEZZA si raggiunge comodamente  in funivia, dalla stazione a valle posizionata tra il Passo del Bernina e Pontresina in Engadina, fino a una piattaforma in vetta, dove si trova appunto il Berghaus-Ristorante DIAVOLEZZA, uno dei rifugi più famosi della Svizzera.

Da qui si domina la parte centrale delle Alpi del Bernina, la cui area si estende a ovest  del Passo del Bernina nella regione di confine tra Italia e Svizzera.

Con una visione prospettica si possono osservare « come da un balcone » il ghiacciaio del Pers, alle sue spalle il Piz Palü (3899m), il Piz Bellavista (3921m), la Crast’Agüzza, e poi infine il „re“ del gruppo, il Piz Bernina (4048m) con il Biancograt, uno strato di ghiaccio che misura svariate decine di metri di altezza.

@DiavolezzaLagalbAG_Foto_RomanoSalis_SassQueder

Il Piz Palü in particolare attira lo sguardo con la sua parete nord in tre parti. Ghiacciai sospesi ricoprono la roccia che è nera e grigia e ricca di contrasti. Il ghiacciaio Piz Morteratsch (3751m), dal quale parte un’altra lingua chiamata appunto Morteratsch, completa la scena.

Dopo la prima guerra mondiale, con i progressi in campo cinematografico che consentirono di produrre film d’avventura in luoghi originali e con qualsiasi tempo, nacque il genere dei film di montagna con spettacolari passaggi di arrampicata e traversate di ghiacciai.

Il tedesco Arnold Fanck divenne un pioniere di questo genere, portando con successo nei cinema all’inizio degli anni ’20 il film di montagna con il suo design d’immagine di ispirazione espressionista.

Nel 1926 sulla lingua del ghiacciaio Morteratsch del Bernina girò il suo secondo lungometraggio d’alta quota, il film muto «The Holy Mountain» (in lingua originale tedesca „Der Heilige Berg“, titolo in italiano: „La montagna dell’amore), i cui protagonisti Leni Riefenstahl e Luis Trenker sono due nomi che hanno fatto la storia del cinema della montagna.

Per Fanck l’attrice protagonista fu  sempre e solo il mondo della montagna, la storia per lui fu poco più di un pretesto. I suoi film furono soprattutto un‘esaltazione dell’esperienza della natura, del mondo della montagna e dello sport e ciò valeva anche  per il suo film di maggior successo  “The White Hell of Piz Palü” (in lingua originale tedesca “Weisse Hölle vom Piz Palü”, titolo in italiano: „La tragedia di Pizzo Palù“, dove girò riprese all’aperto  nel 1929 appunto nelle regioni innevate del Bernina.

©DiavolezzaLagalbAG_Foto_RomanoSalis_Glacer Experience Trail

Scelse questa regione per la sua rara bellezza, ma anche – ingiusto negarlo – per l’aiuto „logistico“ che diede la Ferrovia Retica e che dunque rese possibile il trasporto della necessaria attrezzatura pesante sul posto, senza grossi sforzi.

In questo film il Piz Palü, per la sua forma naturale e bellezza – insieme al nome dal suono piacevole – hanno reso questa montagna una vera e propria icona della regione alpina. Si potrebbero elencare molti altri esempi in cui questo massiccio „fu utilizzato come sfondo“. Esemplare è anche del 1977 il decimo film della saga 007 di James Bond „The Spy who loved me“ (titolo in italiano: La Spia che mi amava) girato da Lewis Gilbert, dove le famose scene dell’inseguimento sugli sci di Roger Moore nel film vennero sì attribuite all’Austria, ma di fatto queste furono realizzate proprio intorno al Piz Bernina.

La DIAVOLEZZA dista pochi chilometri dall’Italia, dalla Lombardia, dalla Valtellina.

Si raggiunge o in auto, superando il confine con la Svizzera e percorrendo la Val Poschiavo fino a pochi metri dopo il Passo del Bernina oppure prendendo da Tirano il famoso treno della Ferrovia Retica, più conosciuto in Italia con il nome „Trenino Rosso del Bernina“, che é stato dichiarato alcuni anni fa Patrimonio Mondiale UNESCO.

Chi sceglie questo mezzo, può scendere comodamente alla stazione/fermata „Bernina-Diavolezza“ che dista soli 50 metri dalla stazione a valle della funivia.

Diavolezza scenario da film JACUZZI Foto Daniel Gassner

In estate presso la stazione in vetta si può ammirare il panorama e pranzare o fare merenda al Rifugio Berghaus DIAVOLEZZA. https://www.corvatsch-diavolezza.ch/it/gastronomia/detail/berghaus.

Oppure fare un bagno nell’idromassaggio-jacuzzi sul terrazzo https://www.corvatsch-diavolezza.ch/it/avventure-1/jacuzzi-in-montagna .

Per amanti delle vette illuminate dalla luce notturna, si può dormire al Rifugio Berghaus Diavolezza. Oltre ai dormitori per alpinisti ci sono alcune camere per 6/4/2 persone. „Pacchetto soggiorno inclusa una cena di quattro portate: soggiornare in una camera doppia con bagno privato inclusa la cena con vista panoramica. Per info e prenotazione T +41 (0)81 839 39 00, e-mail a berghaus@diavolezza.ch  https://www.corvatsch-diavolezza.ch/it/avventure-1/pernottare-a-quasi-3000-metri-di-quota .

Franca D.Scotti

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